Davide Dattoli: porre fine al campanilismo per costruire un futuro digitale insieme
- On 5 Agosto 2014
- innovazione, rete, startup
“Creiamo insieme una grande Italia digitale interessante e ricca per chi ci vive e per chi la osserva dall’esterno”, queste le parole di Davide Dattoli, 24enne co-fondatore del Talent Garden, il TAG, rete di connessione in cui operano imprenditori, liberi professionisti e talenti.
Davide Dattoli è un giovane imprenditore che punta all’unione fra tecnologia, internet e mezzi di comunicazione. Crede fermamente che sia possibile aprire una startup di successo in Italia, e a buona ragione: il Talent Garden da solo conta 8 sedi in tutta Italia e punta ad aprirne presto altre in tutto il mondo. Ma non tante sedi indipendenti in cui ognuna pensa per sé: il TAG è una rete di coworking tra le più grandi a livello internazionale, la quale permette ai talenti di avere un’opportunità di crescita più elevata ed inoltre di entrare in contatto con le più interessanti figure professionali, di far conoscere le proprie capacità a livello nazionale ed internazionale pur rimanendo nel loro territorio.
Nel suo post pubblicato su CheFuturo!, Davide lamenta il sistema territoriale di piccoli feudi che si fa guerra per cercare di costruire il proprio centro dell’innovazione, nonché il fatto che si stiano sviluppando sempre più startup di basso livello e che i fondi disponibili per farle arrivare in alto non ci siano.
Il fenomeno che si ripete è sempre lo stesso: giovani a cui vengono stanziati qualche decina di migliaia di euro per un’idea che hanno sviluppato ma che dopo sei mesi, finite le risorse, falliscono. La conseguenza è dunque che questi giovani non riusciranno a reinserirsi nel mercato del lavoro, in quanto convinti di essere dei manager di alto livello.
Ciò che Davide vuole trasmettere è invece che ognuno dei singoli componenti del puzzle è importantissimo: non solo il manager ma anche il developer o il community manager, valori che Fondazione Comunica conosce bene e condivide appieno; tutti lavorano per un bene condiviso e pertanto sono ugualmente indispensabili: “Smettiamola di creare fondi, incubatori o startup uguali a cose che già esistono; il mercato è globale e il nostro competitor non è la città vicina ma l’azienda cinese, americana o africana con decine di milioni di investimento. Uniamoci, lavoriamo insieme e facciamo sistema nel creare pochi ma forti player a livello nazionale che possano essere riconosciuti e avere forza all’estero”.
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