La tecnologia del 2022
- On 11 Gennaio 2022
È cominciato il terzo anno dall’inizio della pandemia da Covid-19. Non un benvenuto allegro al 2022, ma aiuta a entrare meglio nel discorso sulla tecnologia che verrà. Perché la limitazione delle libertà dovuta all’emergenza sanitaria tra le molte conseguenze ha portato a quella della verticale accelerazione del digitale nelle nostre vite. Secondo chi ne sa, almeno 5 anni in uno, il 2020 del Lockdown mondiale: tanto è valsa per l’industria tech la necessità per tutti di ricorrere a strumenti e (in parte) competenze che permettano di lavorare, studiare e in generale socializzare a distanza. Come ogni anno, tanto più quest’anno che vuole essere di «normalizzazione» dopo le falcate digitali dei due precedenti, gli esperti dell’industria del digitale hanno dato la loro visione, non così spesso convergente a differenza del passato. […] Oltre alle cose serie voglia quindi raccontare del gadget più atteso dell’anno, quegli Apple Glass – gli occhiali per la realtà aumentata della Mela – talmente rumoreggiati negli anni che siamo in realtà quasi sicuri che non arriveranno neanche quest’anno. Ma questo dettaglio non ci fermerà. Perché c’è bisogno di innovazione, di un gadget che non serve (per ora, almeno) a qualcosa di concreto e necessario come la Dad o il lavoro a distanza, ma che semplicemente è figo. E creerà nuove abitudini, fino ad arrivare forse a sostituirne molte di quelle che attualmente deleghiamo al telefono. Apple è ancora capace di fare questo? Avrebbe un suo senso di piacevole circolarità che il dopo-smartphone abbia il proprio calcio d’inizio da chi ha creato gli smartphone.
Andiamo con ordine: intanto i trend del digitale del 2022. Alcune predizioni puntano su tecnologie di uso quotidiano. Per esempio la sempre maggiore diffusione di strumenti di input naturale, schermi touch ovunque e l’utilizzo del linguaggio naturale per andare oltre a mouse e tastiera. Una ulteriore «popolarizzazione» della tecnologia – grande livellatrice – cui si aggiunge una diffusione di monitor intelligenti come nuovi hub di riferimento al lavoro, a casa e a scuola. Alcuni di questi si piegheranno/arrotoleranno, dunque i luoghi di utilizzo diventeranno davvero ovunque. Con gaming ma anche cinema e serie più immersivi. Il 2022 sarà poi l’anno in cui attraverso i sistemi biometrici potremo davvero pensare a un futuro prossimo di addio alle maledette password: non succederà quest’anno ma ci arriveremo. Con la sempre maggiore diffusione del 5G, tutto viaggerà in Rete e il 2022 normalizzatore sarà forse il primo anno in cui si potrà intuire un mondo drasticamente differente attraverso il digitale. E qui veniamo a trend più «alti». La tecnologia compirà quel passo definitivo di produzione di hardware ed ecosistemi che siano sostenibili a livello ambientale. Non solo per assonanza, si lega a questo tema la diffusione dell’ambient computing, una definizione che meglio racconta l’Iot, l’Internet of Things sbandierata per anni e ora di impatto certo in ogni ambito. Dalle fabbriche 4.0 alla mobilità passando per una domotica sempre meno fantascientifica. Le intelligenze artificiali saranno ovunque, anche nell’approccio digitale alla salute e in generale alla cura: l’accelerazione data dal Covid qui è evidente, il risultato sarà una medicina sempre più preventiva
Ma la AI sarà uno strumento talmente diffuso da diventare – lo racconta bene Forbes – il grimaldello dei cyber-criminali. Con i beni che diventano sempre più immateriali – e qui vediamo crescita e maggiore applicazione quotidiana di strumenti come blockchain e cripto-monete – i dati diventano il nuovo petrolio. E la criminalità sarà sempre meno nelle strade. Sarà un anno in cui vedremo crescere «gemelli digitali» di un sempre maggior numero di cose e pure di persone, con accenni sempre più frequenti di quella riorganizzazione di Internet che poi dovrebbe arrivare a sfociare nel Metaverso. Una delle conseguenze di questa digitalizzazione sfrenata sarà la sempre maggiore difficoltà a trovare professionisti preparati: le competenze sono e saranno sempre più la chiave del futuro, con la necessità di una formazione continua – il lifelong learning – su cui pubblico e privato lavoreranno sempre più assieme. Progetti sul campo come il nostro CampBus diventeranno sempre più vie di crescita diffusa della società. […]
La realtà aumentata può funzionare in qualunque ambito – l’abbiamo vista in funzione su piattaforme petrolifere o in una classe di un liceo milanese – ed è questo il passaggio innovativo che ci aspettiamo da Apple. Un GlassStore che accompagni il prodotto dal giorno zero.
Quando, come e a quanto tutto questo? Chi sa leggere in inglese, sul sito Macrumors c’è un articolo talmente approfondito che potreste fare una tesi di laurea su un prodotto che ancora non esiste. Noi ci accontentiamo di passaggi più semplici ed essenziali. Intanto una conferma: anche gli analisti più arditi faticano a vedere i Glass in arrivo per il 2022. Più facile l’anno successivo o addirittura si dice il 2025. Ma Apple – al lavoro sul progetto con una squadra “segreta” almeno dal 2015, con diverse assunzioni-acquisizioni e brevetti depositati – farebbe anticipare gli occhiali da un modello di visore per la mixed reality.
Non spaventatevi, non è una terza realtà digitale: viene definita realtà mista quello spettro che va dal reale al virtuale con tutti gli step di augmented reality che stanno nel mezzo. I visori Apple potranno dunque fungere sia per l’AR sia per la VR grazie all’utilizzo di un set da 12-15 telecamere sia per acquisire quello che ci sta attorno sia per parametri biometrici e tracking delle nostre mani (che dunque entrerebbero a far parte dell’esperienza digitale). Sfrutteranno schermi micro-Oled da 3 mila pixel per pollice e avranno un peso tra i 100 e i 200 grammi. Grande portabilità e potenza che hanno già una forma «rubata» da un brevetto di Apple (la vedete sopra). E un prezzo in linea con l’esclusività dell’oggetto: si parla di 3 mila dollari.
Altro prezzo per i Glass, che dovrebbero seguire al visore nella strategia di Apple. Qui si parla di veri e propri occhiali, almeno nell’apparenza, con un prezzo intorno ai 500 dollari, lenti graduate escluse. All’interno delle lenti ci saranno display trasparenti da 0,5 pollici l’uno con una risoluzione di 1280×960. Gli occhiali saranno considerati, almeno in una fase iniziale, come degli accessori per l’iPhone – questo anche per tenerli «leggeri» in termini di tecnologia a bordo -, dunque non del tutto indipendenti, un po’ come funziona il Watch. Avranno modalità di input «naturali» che vanno dal touch all’attivazione vocale fino ai movimenti della testa. La partnership con Valve, softwarehouse di videogiochi, e la diffusione dell’ARKit tra gli sviluppatori di tutto il mondo dovrebbero fare il resto. Tutto questo accadrà nel 2022? Abbiamo 12 mesi davanti per scoprirlo.
Fonte: corriere.it
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